Vino dei Castelli Romani, loc. Colle Albani
Prodotto nei Comuni di Ariccgia, Albano Laziale, Pomezia, Ardea, Castel
Gandolfo, e Lanuvio, i Colli ALbani DOC erano noti già ai tempi dei
Romani. E' considerato a ragione l' antenato dei vini italiani, in particolare
dei vini dei Castelli Romani -il territorio dei Colli Albani viene spesso
indicato come Castelli Romani o più semplicemente come Castelli - e si trovano
testimonianze della sua presenza negli scritti di autori del periodo imperiale.
Sembra che questo vino bianco dal colore giallo paglierino, molto apprezzato
sulle mense patrizie, venisse offerto durante i sacrifici a Giove Latiaris dei
membri della comunità latina che fondò proprio su questi colli la città di Albalonga, antagonista di Roma. Si racconta che la fama di questo vino non sia
dovuta solo alle sue indiscusse qualità organolettiche ma anche alla presenza a
Castelgandolfo, nel cuore della regione di produzione, della residenza estiva
dei Papi. La fragranza di questo vino ha entusiasmato nel corso dei secoli più
di un pontefice. I vigneti dei Colli Albani, riconosciuti DOC dal 1986, si
estendono in una zona compresa tra le ville antiche patrizie, le Ville Tuscolane
e lo splendido panorama offerto dal Lago di Albano, formatosi da uno dei suoi
crateri del Vulcano Laziale presente in zona nell' Era Quaternale.
I santuari e le abbazie di Ariccia, Castel Gandolfo e Pomezia fanno da sfondo
alle vigne.
I Colli Albani, prodotto da Malvasia bianca di Candia, Trebbiano Giallo o di
Soave e di Malvasia del Lazio, presenta un colore che va dal dal giallo
paglierino al giallo paglierino scarico. Il metodo di produzione è tecnicamente
molto più delicato di quanto non sia la vinificazione in rosso. I vini
bianchi sono infatti più facilmente soggetti ad alterazioni microbiche e a
fermentazione anomale. La fermentazione del mosto deve avvenire fuori dal
contatto delle bucce. Il mosto subisce poi la sfecciatura, processo con cui si
allontanano le particelle in sospensione; si procede quindi con la solfitazione
del mosto che viene lasciato a fermentare a una temperatura che non deve
superare i 20 gradi. Al termine avviene la svinatura con i travasi che
consentono l' illimpimento del vino. Ultimati i travasi, il Colli Albani è
pronto per l'imbottigliamento.
Il suo profumo è vinoso ed intenso mentre il sapore è secco o abboccato, amabile
o dolce con gradevoli note fruttate.
Prodotto anche nelle versioni Superiori, Spumante e Novello, i Colli Albani è
adatto per servire aperitivi e antipasti di mare e qualsiasi portata a base di
pesce e verdure.
Ma chi conosce questo vino sa che l'abbinamento ideale sperimentato nel tempo, è
con la tipicità della gastronomia di zona: prodotti norcini, tra cui spicca la
porchetta di Ariccia, il bianco ed il nero d'agnello alla cacciatora, i
fegatelli di maiale alla griglia, la trippa in umido ed i diversi piatti a base
di pollame.
Il Colli ALbani Superiore DOC, con una gradazione alcolica che supera gli 11,5
gradi, si accompagna molto bene con i primi tradizionali in brodo e
sciutti, le lumache di terra al cartoccio, i peperoni alla velletrana e il
pancotto con l'olio di Oliva.
Il consiglio del somelier è di servire il vino a 8-10 gradi in calici di media
capacità a tulipano svasato oppure, se servito come aperitivo, in flute a 6-8
gradi.
Tratto da : "METE D'ELITE -Giornale d'informazione turistica"
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